Relazione di Venceslao Amici del 19 marzo 1915
Venceslao Amici

Relazione di Venceslao Amici del 19 marzo 1915

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Intervento dell’on. Venceslao Amici da Atti Parlamentari - Camera dei Deputati - Legislatura XXIV - 1^ sessione – discussione - 1^ tornata del 19 marzo 1915

PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare l'onorevole Venceslao Amici.

AMICI VENCESLAO. La storia ci insegna che la nostra cara Italia, il nostro bel paese, di frequente viene colpito dalla più terribile delle sciagure: il terremoto.

È vano illudersi ancora che il flagello non verrà più a funestare le nostre amate popolazioni, i nostri ridenti paesi.

L'uomo diventa piccolo, si sente impotente, è vero, di fronte a tanta avversa potenza della natura, ma non per questo deve arrendersi, chinare la testa e subirla; è invece suo dovere resistere ad essa e col suo ingegno cercare di impedire che arrechi danni o almeno attenuarli.

Reputo, onorevoli colleghi, che l'Italia non possa, non debba più oltre rimanere senza organizzarsi preventivamente contro questa forza bruta che le sta sospesa sul capo come la spada di Damocle. La nostra stessa esistenza, quella delle nostre future generazioni, l'avvenire sociale, industriale, economico del nostro amato paese ci obbligano a fare qualunque sacrificio pur di allontanare o almeno di alleviare quanto è più possibile le conseguenze del terremoto.

Dobbiamo renderci liberi da tale incubo; e ciò non otterremo se non con una preventiva opportuna organizzazione.

Questa, a mio avviso, deve mirare a due obbiettivi : cioè ad impedire che il terremoto arrechi danni; ad attenuarne le conseguenze.

Per raggiungere il primo obbiettivo già si è fatto qualche cosa, specie dopo il disastro calabro-siculo, col dettare norme sulla costruzione e ricostruzione nei paesi devastati dal terremoto. Secondo il mio modo di vedere, però, quei provvedimenti sono insufficienti; altri se ne possono e debbono adottare ancora. Oramai, dato il progresso della scienza, e i dati storici che abbiamo a disposizione, si può, sia pure con larga approssimazione, individuare la parte del nostro paese che può essere colpita dal terremoto.

Invero, scorrendo la carta d'Italia annessa alla relazione 1912 del Ministero dei lavori pubblici sulle opere fatte nei comuni colpiti dal terremoto del 28 dicembre 1908, sulla quale sono graficamente rappresentati i terremoti verificatisi nella bassa Italia dal 1638 in poi, già si ha una idea della parte sismica di quelle regioni. Ne è difficile compilare una carta generale d'Italia con la rappresentazione della storia dei terremoti, tanto è vero che l'illustre collega, onorevole Battelli, ne ha compilata una nella quale sono rappresentati i terremoti dal 117.

Se si tiene presente che da quell'epoca ad oggi si sono avuti forti terremoti a periodi di circa dodici anni, che hanno colpito diverse parti d ' Italia, producendo sempre gravi danni, con più o meno numerose vittime (a seconda della densità delle popolazioni della zona colpita) si può dire che il compito è relativamente facile. Esso poi è facilitato dai suggerimenti della scienza e dalla esperienza.

Completiamo questa carta, largheggiando pure nel determinare le zone suscettibili di terremoti e, una volta queste stabilite, le si dichiarino zone sismiche e si impongano per le nuove costruzioni e ricostruzioni su di esse norme antisismiche.

La tecnica delle costruzioni dà modo di costruire fabbriche che non temono la insidia del terremoto: la riprova ce la dà il Giappone, ove, benché i terremoti siano ben più violenti che nella nostra patria, pure si è riusciti a rendere quasi innocuo il terribile flagello. Nel Giappone anzi sono stati fatti seri studi sul terremoto, vaste esperienze intorno ai suoi disastrosi effetti e ai metodi da applicare per prevenirne i danni: di tali studi possiamo avvalerci pur noi.

Del resto le istruzioni, contenute nella relazione della Commissione incaricata di stabilire le norme edilizie obbligatorie per i comuni colpiti dal terremoto del 28 dicembre1908, danno già sicura garanzia di avere costruzioni antisismiche. Tuttavia credo opportuno far notare, che nell'applicazione pratica di tali norme forse si è un po' ecceduto e ne son derivate costruzioni per circa due terzi più costose delle ordinarie, mentre, per esperienza, sono in grado di affermare che si possono ottenere costruzioni antisismiche molto più economiche.

E dovendo obbligare una vasta zona di Italia a costruzioni di simil genere non bisogna perdere di mira la economia di esse, per non avere nel costo il maggiore oppositore alle costruzioni antisismiche.

Inoltre, bisognerebbe trovare la maniera di facilitare quelle costruzioni per invogliare le popolazioni ad adottarle. All'uopo è necessario modificare il regolamento che impone le norme delle costruzioni antisismiche in modo da rendere queste più economiche.

Un altro provvedimento riguardo alle costruzioni in parola credo sarebbe utile adottare, quello cioè di far insegnare nelle scuole degli ingegneri le costruzioni antisismiche. Nelle scuole degli ingegneri si studia tanta materia che nella v i t a pratica non si ha occasione di applicare. Mi pare che varrebbe invece la pena di aggiungere lo studio (basta un semplice capitolo) di queste speciali costruzioni, tanto più che quasi certamente l'ingegnere nella sua vita professionale dovrà occuparsene, specie se le costruzioni antisismiche saranno dichiarate obbligatorie. Ma di ciò parleremo più diffusamente quando verrà in discussione il disegno di legge per la difesa contro i danni del terremoto che insieme col collega onorevole Battelli abbiamo presentato.

Tutto quello che si potrà escogitare contro la forza bruta del terremoto non potrà far sì che in avvenire non vi sieno più danni. E ciò è evidente se si riflette che per lo meno le costruzioni attualmente esistenti non sono antisismiche, quindi è anche indispensabile di organizzarsi per alleviare i danni stessi una volta che si sieno verificati. Non è questo il momento di indicare e fissare dettagliatamente le norme che si dovrebbero seguire nell'organizzazione, nè io ritengo di avere la capacità sufficiente per farlo; perciò mi limito a dare qualche suggerimento dettatomi dal buonsenso e dalla esperienza che ho potuto acquistare nei pochi giorni in cui mi sono trovato in mezzo ai paesi funestati dal terremoto.

Non occorre dimostrare che i soccorsi tanto più sono efficaci quanto più sono solleciti: nei primi momenti dopo il terremoto si possono compiere miracoli, mano mano che passa il tempo invece l'opera dell'uomo diviene sempre più inefficace. Perciò nell'organizzazione dei mezzi per soccorrere i danneggiati del terremoto bisogna avere per obbiettivo- principale di far presto.

Per raggiungere tale scopo l'azione si può dividere in tre fasi: raccolta di notizie per fissare la zona colpita e l'entità approssimativa del disastro; disposizioni per arrecare soccorsi; apprestazione dei soccorsi.

Lo Stato, anche oggi, ha a sua disposizione i mezzi per far fronte ad ogni disastro, ma non li ha disciplinati e congegnati preventivamente in modo da potersene efficacemente avvalere. All'uopo è necessario istituire un ufficio, il quale, come lo Stato maggiore nell'esercito, dovrebbe organizzare e disciplinare fin da ora quanto può occorrere per raggiungere lo scopo, e appena avvenuto il disastro avere pieni poteri per esplicare la sua azione. Quest'ufficio non dovrebbe essere uno dei soliti uffici burocratici a base di funzionari, ma dovrebbe essere diretto da persone volenterose, di piena fiducia della nazione che avessero la volontà del sacrificio e la coscienza della grave responsabilità che loro incombe.

Come ho detto, lo Stato ha già tutto quanto occorre per potere raggiungere lo scopo. Infatti ha a sua disposizione i seguenti mezzi:

Telegrafo e telefono. — Appena avvenuto il terremoto ogni ufficiale telegrafico o telefonico dovrebbe telegrafare immediatamente all'ufficio centrale del terremoto. I telegrammi e le comunicazioni telefoniche col motto convenzionale «terremoto» e con moduli speciali dovrebbero avere la precedenza assoluta.

L'ufficio centrale, mano mano che giungono le notizie, dovrebbe, su carta topografica appositamente preparata, fare dei segni per stabilire la zona colpita. Naturalmente vi potranno essere uffici che non possono trasmettere le comunicazioni perché devastati o per interruzioni di linee, ma basterà questo per presumere che essi si trovano entro la zona colpita.

Uffici geodinamici. — Anche questi uffici, appena avvertito il terremoto dovrebbero trasmettere all'ufficio centrale tutte quelle notizie che loro risultano dagli apparecchi sismici e dai loro studi.

Quando vi fossero disposizioni precise e rigorose di fornire le notizie, si può con sicurezza affermare che dopo due ore dell'avvenuto terremoto, l'ufficio centrale è in condizione di precisare la zona battuta.

Servizio ferroviario. — Seguendo norme preventivamente stabilite, avvenuto il terremoto i sorveglianti ferroviari dovrebbero senz'altro darsi ad ispezionare le linee: i capi deposito prepararsi ad accorrere sui luoghi devastati; i telegrafi delle stazioni attendere gli ordini dell'ufficio centrale e così via dicendo.

Servizio stradale. — I sorveglianti stradali, sempre seguendo norme preventivamente stabilite, appena avvenuto il terremoto dovrebbero percorrere le strade e sgombrarle, ove occorra, in maniera da assicurare il transito.

Servizi automobilistici. — Questi servizi riescono di efficacia somma perché costituiscono l'unico mezzo rapido per il trasporto di uomini e di materiale sui luoghi devastati non toccati- da ferrovie.

PRESIDENTE. Onorevole Amici, le faccio osservare ohe quanto ella sta dicendo, sui provvedimenti di carattere preventivo, esorbita dal disegno di legge che si discute.(Approvazioni).

AMICI VENCESLAO. Sto per finire, onorevole Presidente.

Servizi dei vigili. —Questi servizi sono i più efficaci e più di qualunque altro corpo organizzato, sono in condizione di arrecare vantaggi ai luoghi danneggiati; appena avvenuto il terremoto dovrebbero attrezzarsi e mettersi in condizioni di partire.

Servizi sanitari. — Dovrebbero fare come i servizi dei vigili.

Esercito. — Dovrebbe attendere gli ordini dell'Ufficio centrale; sia per provvedere alle misure di sicurezza sia per tutto il resto, specie per i rifornimenti di qualsiasi genere, per i quali vi dovrebbero essere accordi preventivi con i magazzini militari.Volendo si potrebbero tenere approntati anche depositi di baracche smontabili.

L'Ufficio centrale, individuate le zone sulle apposite carte dotate di segni convenzionali, impartisce gli ordini a corpi e centri organizzati avvalendosi degli studi eseguiti preventivamente sulla topografia del nostro paese, in modo da ottenere il massimo rendimento dai servizi predisposti. Nel trasmettere gli ordini convenzionali assegna a ciascuno la propria zona e il compito relativo.

In poche parole, l'organizzazione dell'ufficio centrale deve essere tale che con due ore possa trasmettere tutti gli ordini e avere la sicurezza che vengano immediatamente e puntualmente eseguiti e che sieno sufficienti ed efficaci. I diversi centri di soccorso, avuti gli ordini, sanno con precisione quale zona devono soccorrere e quindi ognuno procede sicuro e spedito senza generare confusioni inutili, spreco di energie.Tutto deve essere predisposto in maniera che in dieci ore, al massimo in dodici sulla zona colpita possano giungere i primi soccorsi.

Anche i soccorsi dei privati dovrebbero essere disciplinati, perché ad ogni via di accesso alla zona colpita vi dovrebbero essere persone autorizzate a dare disposizioni e indicazioni del compito che ognuno deve eseguire. Con questi brevi cenni credo di avere dimostrato come non sia cosa molto ardua organizzare il servizio di soccorso per i disastri del terremoto; e non mi resta che rivolgermi al Governo, affinché voglia provvedere con apposita legge a creare questa organizzazione. Lo Stato ha a sua disposizione tutti i mezzi atti a soccorrere efficacemente gli effetti disastrosi del terribile movimento tellurico; e basta poco, ben poco per organizzarli in modo che nel momento fatale, nello istante della suprema angoscia, questa possa essere lenita e attenuata esplicando in tal modo opera veramente umanitaria verso il nostro paese, ed anche opera altamente civile.

Ed io questa pronta, sollecita organizzazione fervidamente invoco dal Governo, perché ricordo, ed un brivido di orrore mi scorre ancora per le vene, lo schianto atroce che provò il mio cuore allorquando sui luoghi del disastro mi trovai, inetto, impotente dinanzi alla follia devastatrice del terremoto, straziato dal pianto dei superstiti imploranti soccorso, agghiacciato dallo spettacolo delle vittime esanimi, sepolte sotto il cumulo delle macerie. Eppure quale opera benefica si sarebbe potuta esplicare fin da quei primi momenti di angosciosa oppressione se una qualche organizzazione si fosse preventivamente apprestata da chi ha il dovere imprescindibile di tutelare la vita e gli interessi individuali.

Prima di chiudere questo doloroso argomento, lasciate che invìi, onorevoli colleghi, un ringraziamento a tutti coloro che hanno preso parte ai soccorsi del circondario di Cittaducale, alla città di Rieti, che si è mossa come un suol uomo, con a capo il suo sindaco, senatore Raccuini, all'Umbria tutta, a tutti quelli che dalle diverse parti d'Italia sono venuti ad alleviare tanta sciagura ed a soccorrere tante vittime. Ed infine un ringraziamento ai militari ed alle autorità tutte che hanno nobilmente gareggiato nell'apprestare i soccorsi, dando la più bella prova della fraternità italiana e della solidarietà umana. (Benissimo !)

PRESIDENTE. Viene ora la volta dell'onorevole Simoncelli, il quale ha presentato quest'ordine del giorno: «La Camera confida che il Governo voglia sollecitare l'attuazione dei provvedimenti necessari alla rinascita delle città distrutte e danneggiate ed al riassetto dell'agricoltura e dell'industria nei luoghi colpiti dal terremoto del 13 gennaio 1915.


La presente trascrizione dell’intervento dell’On. Venceslao Amici è stata eseguita

dall’Associazione di Volontariato valledelsalto.it in occasione del convegno tenuto a Cittaducale il 12 maggio 2017 dal titolo:

STORIA E ATTUALITÀ DEL RISCHIO SISMICO NELL’APPENNINO CENTRALE
Scopo di questa
trascrizione è di facilitarne la lettura, la circolazione ed eventualmente la pubblicazione su giornali e riviste in stampa.

Il Convegno è stato promosso e organizzato

da valledelsalto.it e dalla Pro-Loco di Cittaducale con il patrocinio e la collaborazione del comune di Cittaducale.
CS/10 maggio 2017/